domenica 4 agosto 2013

Di quartieri degradati, di Boss,di palette e secchielli e di inni nazionali



Nella cosiddetta periferia degradata di Napoli, in quartieri fatiscenti dove la delinquenza impera, si è spesso assistito a scene  ripugnanti in quanto a grado di civiltà e legalità: forze dell'ordine col mandato di arrestare il pregiudicato boss del quartiere, colpevole dell'ennesimo crimine, che vengono violentemente  aggredite e letteralmente messe in fuga da una folla feroce ( più che inferocita, feroce proprio di suo)...che col boss ha un rapporto di simbiosi viscerale che arriva a una vera e propria identificazione animalesca, da branco, e dal branco egli (quegli) deve essere difeso, al di fuori di ogni legge e ogni  regola morale ( se non quelle che il branco stesso  si da)....perché per il branco il boss di fronte alla legge "ufficiale" è comunque innocente, a prescindere.
Non c'è sociologia che tenga, di fronte a quelle scene in tutti noi l'indignazione sale in automatico, con un moto di istintiva repulsione , e in automatico scatta la condanna, profonda e definitiva...
Si crede che la variante " nobile" di una simile manifestazione di degrado sia la sceneggiata, e anche se non è così (  nella sceneggiata l'eroe non è mai un criminale passato in giudicato...tutt'al più è un guappo, anche parecchio sfigato che, se è vittima di un complotto, questo è stato tramato dal "vilain" di turno che vuole  semplicemente concupirgli la donna), così il branco vuole narrarsi la cattura del boss, e così se la racconta e la racconta.
Del resto è dall'antica Grecia che ogni Tragedia è sempre la tragedia di una vittima schiacciata da un destino infame, la sceneggiata ne è semplicemente la versione popolare.
In una grande città d'Italia oggi un "delinquente abituale"( cit.) ha chiamato a raccolta il suo branco, perché fosse appoggiata la sua condizione di vittima, urlando la sua innocenza, secondo i modi della sceneggiata....avrebbe potuto anche cantare , visto che ne ha le capacità vocali, e  la rappresentazione sarebbe stata completa, ma non l'ha fatto( però da prassi la lacrima è spuntata), in compenso i suoi hanno intonato l'inno nazionale....
In Italia fare la vittima è lo sport nazionale( e si può essere benissimo vittime di un'ingiustizia, anzi!) ma - come già ho detto in altro post - c'è chi veramente è " cornuto e mazziato" e chi " chiagne e fotte"( cit. Montanelli a proposito proprio di quello che oggi non ha cantato); la differenza la fa l'effettivo  grado di potere che la sedicente vittima può esercitare e la consistenza del suo  conto in banca.
Due pensieri a corollario: stamattina in Sardegna due genitori sono stati denunciati perché i loro bambini, con palette e  secchiello, avevano deturpato l'integrità della configurazione ambientale....Sento  dire che condannando il cantante mancato ( che secondo me invece aveva  una gran voglia di cantare una bella canzone strappacore con singulto neomelodico incorporato) si sono condannati i dieci milioni di elettori che l'hanno votato, ora se il discorso( assurdo e pericoloso) è che è il popolo a stabilire la colpevolezza o meno di un " delinquente abituale"( cit.) - che è  poi  proprio quello che accade nel quartiere degradato - mi sa che i conti non tornano: su cinquanta milioni di aventi diritto al voto ( mettendoci gli astenuti), se dieci milioni ritengono il loro boss innocente, ne restano comunque quaranta che evidentemente non sono di questo avviso...di questi che ne facciamo?Il loro giudizio non conta? Sono figli di un Dio minore?
Ritorno al quartiere famigerato, e penso ad una certa affinità estetica...


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