Nella cosiddetta periferia degradata di Napoli, in quartieri
fatiscenti dove la delinquenza impera, si è spesso assistito a scene ripugnanti in quanto a grado di civiltà e
legalità: forze dell'ordine col mandato di arrestare il pregiudicato boss del quartiere,
colpevole dell'ennesimo crimine, che vengono violentemente aggredite e letteralmente messe in fuga da
una folla feroce ( più che inferocita, feroce proprio di suo)...che col boss ha
un rapporto di simbiosi viscerale che arriva a una vera e propria
identificazione animalesca, da branco, e dal branco egli (quegli) deve essere
difeso, al di fuori di ogni legge e ogni
regola morale ( se non quelle che il branco stesso si da)....perché per il branco il boss di
fronte alla legge "ufficiale" è comunque innocente, a prescindere.
Non c'è sociologia che tenga, di fronte a quelle scene in
tutti noi l'indignazione sale in automatico, con un moto di istintiva
repulsione , e in automatico scatta la condanna, profonda e definitiva...
Si crede che la variante " nobile" di una simile
manifestazione di degrado sia la sceneggiata, e anche se non è così ( nella sceneggiata l'eroe non è mai un
criminale passato in giudicato...tutt'al più è un guappo, anche parecchio
sfigato che, se è vittima di un complotto, questo è stato tramato dal
"vilain" di turno che vuole
semplicemente concupirgli la donna), così il branco vuole narrarsi la
cattura del boss, e così se la racconta e la racconta.
Del resto è dall'antica Grecia che ogni Tragedia è sempre la
tragedia di una vittima schiacciata da un destino infame, la sceneggiata ne è
semplicemente la versione popolare.
In una grande città d'Italia oggi un "delinquente
abituale"( cit.) ha chiamato a raccolta il suo branco, perché fosse
appoggiata la sua condizione di vittima, urlando la sua innocenza, secondo i
modi della sceneggiata....avrebbe potuto anche cantare , visto che ne ha le
capacità vocali, e la rappresentazione sarebbe stata completa, ma non l'ha fatto(
però da prassi la lacrima è spuntata), in compenso i suoi hanno intonato l'inno
nazionale....
In Italia fare la vittima è lo sport nazionale( e si può
essere benissimo vittime di un'ingiustizia, anzi!) ma - come già ho detto in
altro post - c'è chi veramente è " cornuto e mazziato" e chi "
chiagne e fotte"( cit. Montanelli a proposito proprio di quello che oggi non ha
cantato); la differenza la fa l'effettivo
grado di potere che la sedicente vittima può esercitare e la consistenza
del suo conto in banca.
Due pensieri a corollario: stamattina in Sardegna due
genitori sono stati denunciati perché i loro bambini, con palette e secchiello, avevano deturpato l'integrità
della configurazione ambientale....Sento
dire che condannando il cantante mancato ( che secondo me invece aveva una gran voglia di cantare una bella canzone strappacore con singulto neomelodico incorporato) si sono
condannati i dieci milioni di elettori che l'hanno votato, ora se il discorso(
assurdo e pericoloso) è che è il popolo a stabilire la colpevolezza o meno di
un " delinquente abituale"( cit.) - che è poi proprio quello che accade nel quartiere degradato
- mi sa che i conti non tornano: su cinquanta milioni di aventi diritto al voto
( mettendoci gli astenuti), se dieci milioni ritengono il loro boss innocente,
ne restano comunque quaranta che evidentemente non sono di questo avviso...di
questi che ne facciamo?Il loro giudizio non conta? Sono figli di un Dio minore?
Ritorno al quartiere famigerato, e penso ad una certa
affinità estetica...

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