mercoledì 17 agosto 2016

Quattro amici al bar e una donna

Di quegli incontri al bar con tre vecchi alunni ormai quarantenni...
Una rimpatriata serena che nasconde per loro ancora un po’ il sapore di un’interrogazione collettiva.
Anche se le armi le hai deposte da tempo e la parte l’hai proprio dimenticata, il ruolo ti rimane addosso.
Peppe, Vincenzo e Vincenzo. Due sposati uno no.
Passato il momento dei “Ti ricordi quando...”,” Professò ma quella collega poi?...”,” e quella volta alla gita ...”, ti accorgi che Vincenzo, quello ‘libero’, proprio non ci sta: lo sguardo fisso sull’aperitivo che non ha neanche assaggiato...non si accorge nemmeno della ragazza dalla bellezza normanna che passando per i tavoli lo guarda aspettandosi un ritorno d’attenzione.
Gli altri due si scambiano un gesto di intesa e rivolti a me, che non so, mi comunicano con la tipica espressione della rassegnata condiscendenza ( sopracciglia alzate e palpebre abbassate) :’ Ehhh non c’è niente da fare’ professò...’
Peppe poi gli mette la mano sulla spalla:” Vincè non ci pensare...” E quello sbotta, ché proprio non ce la fa più. “ Una parola...un qualcosa, niente: da un giorno all’altro, sparita...E la freddezza...l’indifferenza come se io non esistessi, come se io non fossi io, quello che ha amato ( alla 'follia', diceva lei) per due anni: due anni!!... "
Gli altri due continuano nel loro atteggiamento pietosamente indulgente, mentre a me , ovviamente dispiaciuto, viene di creare un ponte di pensieri e immagini tra Troisi e Stendhal, mettendoci anche del mio.
Poi Peppe, il più diretto e pratico, uscendo dalla propria rappresentazione di circostanza:” Vincè, è solo una stronza!...”
Subito fermato da Vincenzo 2: “ Pe’ ma statti zitto...ancora con questo fatto di stronze e stronzi, di maschi e femmine...”
“ No, non è una stronza” riprende Vincenzo mesto, la testa abbassata:” Non lo è mai stata....Ho cercato di capire il motivo da solo, perché un motivo ci deve essere... l’ultima volta che l’ho sentita gliel’ho detto che mi ci stavo spaccando il cervello...”
- E lei ? - ( Peppe )
“ Niente...ha detto che se non capivo era giusto finirla qui”...
“Ma lo vedi che è proprio quella che dico io? Io la parola non la voglio usare, ma lo è proprio alla grande!!...Cioè se ne va da un giorno all’altro, il giorno prima sei un Dio e il giorno dopo  hai  la consistenza di un verme...e ti fa sentire pure in colpa!!...Senti a me, il motivo c’è ed è uno solo: quella c’ha già un altro...e secondo me pure da un bel po’: era questo che dovevi capire!... Le donne sono fatte così: uno alla volta con tutto se stesse: la chiamano "Passione"... Se fosse stata mia moglie...”
-“ Pe’” lo blocca Vincenzo 2, vedendo la faccia dell’altro amico - “Lasciala stare a tua moglie che con te ha già passato un guaio...E tu, Enzo ( per comodità, data l’omonimia, lo chiamava così da che erano piccoli) lascia perdere tutto...non è per niente facile, lo so, ma lascia stare: fai passare il tempo che ci vuole ma intanto guardati intorno: ma l’hai vista quella come ti guarda?!”
Peppe annuisce con aperta approvazione e Vincenzo finalmente scopre la ragazza, ma riporta subito lo sguardo sul bicchiere...
A quel punto, e me lo aspettavo, c’è un attimo di sospensione e poi tutti e tre guardano me:” Voi che dite...che significa?” mi chiede Vincenzo-Enzo fiducioso.
Mi verrebbe la solita non-risposta in giravolta-carpiata da manuale di psicologia: ”...Secondo te che significa?”.
Ma gli voglio bene a Vincenzo e non c’è da scherzare
- "Non lo so Vincenzo, non lo so..."

La ragazza passa ancora una volta sfiorando la sua sedia , freddandolo con gli occhi azzurri gelidi di indignazione...si allontana, maglietta e jeans neri attillati, la bella figura anche di spalle, con la coda di cavallo bionda che ondeggia nervosa

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