sabato 28 novembre 2015
Risate in Paradiso
In vita mia avrò giocato al lotto quattro o cinque volte, e solo una volta - la prima - ho vinto quindicimila lire...Un buon inizio, e allora con quella vincita comprai il libro della smorfia, proprio lì al bancolotto: l’inizio era buono... hai visto mai.
Ma poi ho ritentato solo se sognavo dei numeri precisi, e dovevano essere pure in rilievo e sfavillanti...Una di quelle cose che quando capitano se non li giochi allora “ dillo che proprio non vuoi!”...
Michele, un carissimo amico che non c’è più, aveva un sistema invece e ci giocava spesso , vincendo pure, e non poco.
L’altra notte l’ho sognato.
Ero al bordo di un campetto di calcio di periferia, vicino all’area di rigore dove la squadra che attaccava sparava tiri su tiri verso la porta senza riuscire a segnare: ora il portiere respingeva, ora un difensore, ora prendevano un palo, ora la traversa...un batti e ribatti concitato e inconcludente... E nel sogno non so nemmeno che ci faccio lì, visto che non parteggio per nessuna delle due squadre, e mentre mi volto per andarmene sento la suoneria del cellulare. Io e il cellulare non andiamo d’accordo, e infatti ci metto un secolo per rispondere e alla fine sento la voce di Michele, che con il suo solito scherzoso intercalare mi chiede:
- Il maestro Verdola?...
Sono perplesso, so che non può essere vero, sono cosciente dell’irrealtà della cosa eppure, quasi per discrezione, come per non deluderlo, rispondo:
-...Michele !?...
Parliamo come facevamo sempre, mentre mi tengo dentro quella verità che non posso rivelargli per non allarmarlo, in qualche modo...
Solo con molto tatto alla fine gli chiedo:” Ma tu, ‘ora’, come stai?...
-Non c’è male Claudio, sto abbastanza bene...
Quando mi sveglio resto per un po’ turbato. Non è certo la prima volta che sogno una persona cara e perduta. Eppure...
Al lotto non ci penso proprio, solo più tardi, quando il filo dei pensieri mi porta ai suoi modi di essere, alle sue abitudini...e spunta fuori la faccenda del “sistema” e dei pranzi in trattoria che offriva a noi amici quando vinceva, me ne ricordo...e mi sento in colpa, perché un altro pensiero, preciso, si sta facendo strada...
Non gioco a carte, non compro biglietti da grattare, i videogiochi e le slot-machine non so neanche come funzionano...
In più sono agnostico, non credo nell’Aldilà, e lascio solo che un barlume ‘poetico’ di possibilità di un dialogo, di un segnale tra i ‘due mondi’ sia possibile...
Eppure... se avesse voluto proprio...
In fondo se fosse ancora qui si sarebbe fatto una grande risata stesso lui:” Ma sì, vai!!”...
E allora perché no, sorrido anch’io, ed è come averlo veramente ancora vicino...
Trovo il numero della ‘partita di pallone’ e mi ricordo di quel film di Totò...
Ma pare che non vada bene, il numero giusto è 48.
Gioco su Napoli e tutte le ruote...un ambo: 33 e 48.
Esco dal tabaccaio con in testa ora quello sketch di Troisi nella chiesa, a tu per tu con S.Gennaro...
Ho controllato su Google l’estrazione di stasera: a Palermo 47 e 33.
Aveva ragione Totò.
Intanto mi sento rinfrancato: torno al mio solito essere lucido e tetragono che è sempre una sicurezza...ma non mi dispiace nemmeno questa uscita nell’irrazionale.
E da qualche parte nell’Universo è come se sentissi delle risate...Magari quelle di Michele, Totò e Troisi.
Sorrido anche io: l’affetto è sentire sempre vicino una persona, non importa come...e per due giorni Michele è stato qui.
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